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Europa in declino da Redazione Premessa. La FPÖ, il “diavolo”? di
Paolo Borgognone Le elezioni presidenziali austriache tenutesi il 24 aprile 2016 segnarono un punto di svolta nell’ambito delle relazioni politiche interne ai Paesi della Ue. Il primo turno di queste elezioni, infatti, fu connotato dalla vittoria, nemmeno troppo a sorpresa, del candidato del Partito della Libertà Austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ),
Norbert Hofer, e dal simultaneo crollo di consensi dei due partiti “istituzionali” (democristiani, ӦVP, e socialdemocratici, SPӦ) dominanti la politica interna dal 1945.
Norbert Hofer ottenne, complessivamente, 1.499.971 preferenze su un totale di 4.279.170 voti validi, pari al 35,1 per cento dei consensi. Il candidato socialdemocratico, Rudolf Hundstorfer, dovette accontentarsi di 482.790 voti (11,3 per cento) e quello democristiano, Andreas Khol, di 475.767 preferenze (11,1 per cento). Al secondo posto, molto staccato da Hofer, si attestò il leader della sinistra liberal-borghese austriaca, ossia il candidato “indipendente” sostenuto dai Verdi, Alexander Van der Bellen, con 913.218 voti, pari al 21,3 per cento.