di Germán Gorraiz Lopez *
Il termine distopia fu coniato alla fine del secolo XIX da John Stuart Mill n contrapposizione al termine eutopia o utopia, utilizzato da Tommaso Moro (Thomas More) per designare un luogo o una società ideale. Così la distopia sarebbe una "utopia negativa dove la realtà intercorre in termini antagonistici rispetto a quelli di una società ideale". Le distopie si trovano in ambienti chiusi o claustrofobici configurati in sistemi antidemocratici, dove l'elite governante si crede investita del diritto di invadere tutti gli ambiti della realtà nei suoi livelli fisici e virtuali ed incluso, nel nome della sacra, santa sicurezza dello Stato, per eliminare il principio di inviolabilità (habeas corpus) delle persone.
Tutti sintomi questi di una successiva deriva totalitaria del sistema, plasmata nella instaurazione di una segregazione razziale (apartheid) e la pratica sistematica della tortura, elementi costituenti della denominata "perfezione negativa", termine utilizzato dal novellista Martín Amis per designare "l'oscena giustificazione dell'uso della estrema crudeltà, massiccia e premeditata per un presunto Stato ideale".