Inserito alle 09:30h in
Alienazione da Redazione a cura del Club Femminile di Raido
Sabato 25 novembre a Roma, il movimento femminista “Non una di meno” ha indetto una mobilitazione nazionale contro la violenza sulle donne e di genere. La tematica, sulla quale non avremmo niente da obiettare, è stata tuttavia appannaggio delle peggiori degenerazioni della società. La folla, forte di migliaia di attivisti e curiosi, ha sfilato urlante per le strade della Capitale, rivendicando slogan che farebbero raccapricciare anche il più bieco tra gli uomini. Tra le reclame più gettonate, figurano striscioni che inneggiano all’aborto libero, al rifiuto della famiglia tradizionale, alle unioni omosessuali e all’abbattimento delle frontiere. La libertà della donna diviene così una sterile possibilità di disposizione del proprio corpo, macchina al servizio del progresso della società – che altro non è che sradicamento – e della “libertà” modernamente intesa che è dispersione, definendo tutto ciò una vittoria.