di Atilio Boron
Il crescente protagonismo della Russia è motivo di enorme preoccupazione per le così denominate “democrazie” occidentali, in realtà un insieme di sordide ed immorali plutocrazie disposte a sacrificare i propri popoli sull’altare del mercato. Preoccupazione perché dopo la avvenuta disintegrazione dell’Unione Sovietica, la Russia veniva data per morta da molti distaccati analisti ed esperti degli Stati Uniti e dell’Europa. Immersi nella loro ignoranza ed accecati dal pregiudizio, questi signori hanno dimenticato che la Russia è stata sin dagli inizi del secolo XVIII con Pietro il Grande e soprattutto durante il regno di Caterina la Grande, intorno alla metà di questo stesso secolo, una delle principali potenze europee il cui intervento quasi sempre faceva inclinare la bilancia da una parte o dall’altra, nei permanenti conflitti tra i suoi vicini occidentali, specialmente il Regno Unito, la Francia e l’Impero Austro-Ungarico.