Inserito alle 22:11h in
Attualità da Redazione di Sebastiano Caputo
I fatti di Parigi segnano un clima di anteguerra. Il nostro dovere è quello di far dialogare, prima che sia troppo tardi, il vero Islam con l'Europa profonda, rifiutando le categorie ufficiali dello "scontro di civiltà".
L’uomo in mezzo alla folla, che sia reale o virtuale, diviene irrazionale, istintivo, violento, ingenuo, eroico, manipolabile, così a differenza dell’individuo isolato, si lascia facilmente impressionare e corrompere da parole, simboli, immagini fino a commettere azioni contrarie ai suoi interessi.
È quello che si è potuto verificare nei giorni successivi alla strage di Parigi. Dallo slogan delirante Je Suis Charlie alla marcia grottesca con i capi di Stato staccati dal corteo, passando dalle dichiarazioni fuori luogo dell’iper-classe politico-mediatica, si sta arrivando progressivamente al restringimento delle libertà individuali. A fronte di questo attentato terroristico, privo di una versione ufficiale dei fatti ma prontamente paragonato all’11 settembre, si assisterà a una rapida estensione del controllo sociale alimentata da una strategia mediatica della tensione.