Inserito alle 17:23h in
Opinioni ed analisi da Redazione di Patrick Cockburn
Fonte: The Independent
Traduzione di Luciano Lago
Gli uomini d’affari sauditi hanno svolto un ruolo centrale nella creazione e nel consolidamento dei gruppi islamici integralisti sunniti (jihaddisti, che sostengono la “Jihad, guerra santa”) nel corso degli ultimi 30 anni. Tuttavia, malgrado la tanto sbandierata determinazione degli USA e degli altri alleati nel sostenere la “guerra al terrorismo”, gli americani ed i loro alleati hanno dato prova di una straordinaria cautela per quello che si riferisce ad esercitare pressioni su Ryad e le monarchie del Golfo per far chiudere il rubinetto dei finanziamenti che permette agli jihaddisti di essere attivi.
Per quale motivo gli USA ed i suoi alleati europei mostrano tanto garbo rispetto all’Arabia Saudita quando il regno saudita occupa una posizione tanto centrale rispetto al sostegno di Al Qaeda e e le altre organizzazioni terroriste e settarie?
Una spiegazione evidente è che gli USA, la Gran Bretagna ed altri paesi non vogliano raffreddare le proprie relazioni con uno stretto alleato e che la famiglia reale saudita ha utilizzato in modo scaltro i suoi petroldollari per guadagnarsi spazio e credibilità nella classe dirigente internazionale.
Alcuni tentativi, per la verità poco convincenti, sono stati fatti per collegare Al Qaeda con con l’Iran o con l’Iraq, mentre che i veri responsabili di questa organizzazione erano ben conosciuti.
Tuttavia c’è un altro fattore che spiega per quale motivo per cui le potenze occidentali si sono astenute nel denunciare l’Arabia Saudita ed altri leaders dei paesi del golfo per la sua propagazione dell’odio religioso e settario. Per il “fantomatico” Osama bin Laden, accreditato come il principale nemico degli americani e considerato il leader leggendario per la maggior parte dei jihad disti sunniti, includendo gli affiliati di Al Qaeda in Iraq ed in Siria, l’obiettivo principale era costituito dagli sciiti. Sono infatti gli sciiti quelli che stanno morendo in migliaia in Iraq, in Siria ed in Pakistan, anche in paesi dove la comunità sciita è poco numerosa, come in Egitto.