Inserito alle 23:15h in
Opinioni ed analisi da Redazione di Giovanna Canzano
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Rinascita.eu Nel suo ultimo libro ci sono molte affermazioni 'forti'. Forse quella di maggiore impatto è “libera impresa in Stato padrone dell'emissione monetaria”. Ma lei è diventato liberista?
No, continuo a pensare che il modello migliore per il nostro paese sia un'economia mista, con alcuni settori strategici nelle mani dello Stato come è stato fino al 1992. Ma il liberismo va comunque rideclinato, e anche chi è contro il liberismo deve impegnarsi in questo senso: bisogna distinguere tra liberismo d'impresa produttiva e liberismo finanziario. Il primo ha una sua legittimità, tale anche perché normato e in permanente dialettica con i sindacati e i governi. Il secondo tipo di liberismo naviga invece nell'assoluto vuoto normativo, è una attività borderline tra furbizia, truffa, guadagni comunque illeciti: le banche che accumulano masse di denaro enormi attraverso la riserva frazionaria e l'anatocismo, i futures, il caso Madoff. Un potere che oggi è non di supporto, ma antagonista al mondo della produzione, un po' come fotografato da Hobson nella seconda metà dell'Ottocento. I capitalisti industriali e i produttori dipendenti hanno da questo punto di vista non dico gli stessi interessi, ma interessi convergenti nell’azione di contrasto della crisi.